Il cmae al Motogiro d’Italia 2024

20-25 maggio 2024 - Un'esperienza impegnativa, ma appassionante e avventurosa.

Il racconto di Alfonso D'Aloia

In moto con l’intento di immergersi in una dimensione motociclistica totale per una settimana. Questo è il vero spirito di chi partecipa a una manifestazione che ti coinvolge e tiene lontani problemi, preoccupazioni e pensieri che tutti noi, chi più chi meno, ci portiamo dietro.

Al centro c’è ovviamente la motocicletta, quella classica o storica, che deve affrontare percorsi suggestivi, curve e tornanti, attraversare città e splendidi borghi della nostra bella Italia.

Il Motogiro d’Italia nasce nel 1914 come gara di velocità, per poi assumere grande rilevanza negli anni ’50 sino al 1957, anno in cui vennero abolite le gare di velocità su strada. Ripresa nel triennio 1967-68-69 come gara di Regolarità, vide un'ulteriore interruzione sino al 1989, dove venne riproposta come “Prima Rievocazione Storica del Motogiro D’Italia”.

La nuova veste, sempre nel segno della tradizione, diventa così un evento con contenuti turistici e culturali in un contesto dove l’aspetto agonistico accompagna i partecipanti lungo percorsi sempre più suggestivi, che di anno in anno toccano territori e borghi tra i più belli d’Italia.

La formula prevede tappe di 250-300 km giornalieri con controlli orari, ristori, visite e prove di abilità cronometrate (tre a tappa) nell’arco di una settimana, con uno staff organizzativo di 50 persone che garantisce assistenza logistica (trasporto bagagli, auto e pulmini al seguito), meccanica (2 furgoni officina con meccanici, un tir per eventuale trasporto moto), sanitaria (ambulanza, auto e moto mediche), oltre a cronometristi, addetti al controllo percorsi e a l’immancabile squadra dei Carabinieri Motociclisti ad assistere e controllare la viabilità per tutta la carovana.

E così il 19 maggio a Bologna per la 33esima edizione si sono ritrovate 200 moto con i rispettivi piloti in maggioranza stranieri provenienti da tutta Europa (Germania, Inghilterra, Belgio, Polonia, Grecia, Svizzera, Spagna, Svezia, Francia, Turchia), oltre a un folto gruppo di statunitensi e argentini.

Il CMAE ha partecipato con cinque soci a formare una allegra comitiva pronta a immergersi in questa avventura. Maurizio con una BMW R 80 G/S e Massimo con una K 75 S erano alla prima esperienza, Claudio in sella a una Moto Guzzi Airone 250 e Davide con la sei cilindri Honda 1000 hanno bissato la partecipazione dello scorso anno, mentre io ero alla mia quinta partecipazione, per la prima volta con una BMW R 80 G/S al posto della mia mitica R 75/5 America.

Quest’anno il percorso ha toccato l’Emilia, la Toscana e il Veneto, con passaggi suggestivi per i colli parmensi ed Euganei, la Garfagnana, l’Appennino Tosco-Emiliano, con arrivi e partenze a Bologna, Parma, Villafranca di Verona, Sala Baganza, Viareggio e Pisa.

Il meteo non ci ha però assistito: quasi tutti i giorni abbiamo dovuto indossare nel pomeriggio le tute antipioggia affrontando una “pre-doccia” prima di arrivare in albergo a conclusione delle tappe. I veri problemi si sono presentati mercoledì 22 maggio, dove un vero e proprio nubifragio ci ha colpito a Verona, tanto che l’organizzazione ha poi annullato la tappa per le tante moto con problemi: tra queste anche la 80 G/S di Maurizio che si è fermata definitivamente, mentre Claudio, portando il suo Airone ad una piega eccessiva, ha assaggiato l’asfalto, per fortuna senza gravi conseguenze, ma comunque con una botta al costato. La squadra del CMAE ha visto così il ritiro di due componenti.

Davide, Massimo e il sottoscritto sono riusciti a terminare la gara e arrivare al traguardo al museo Ducati a Bologna. Per l’aspetto agonistico il grande risultato lo ha ottenuto Davide, vincendo ben 2 prove speciali sulle dodici disputate, mentre la classifica generale ci ha visto un po’ indietro, soprattutto dopo che lo scorso anno il CMAE aveva piazzato un secondo e quarto posto nella categoria “Classic”.

Ma ci rifaremo il prossimo anno! E l’invito è quello di partecipare a questa esperienza, che non può mancare nel palmares di un vero motociclista.