Tra passato e futuro: intervista al nuovo presidente Marco Leva

Non solo Trofeo Milano. Dai progetti in cantiere ai sogni nel cassetto, ecco gli obiettivi del club, portati avanti da un unico motore: la passione 

di Iaia Imparato

«Ne sono convinto: la forza del CMAE è proprio la passione. Quella dei soci per i propri veicoli - auto o moto che siano - e quella di tutti i gruppi dirigenti che in questi anni si sono alternati al comando, con l’obiettivo di offrire ai soci, oltre ai servizi "burocratici", molte attività: raduni turistici abbinati a visite di luoghi di pregio, incontri presso il Club con convegni a tema e poi l'evento più atteso dell’anno, il Trofeo Milano», dice subito Marco Leva, eletto presidente di CMAE ad aprile 2023.

Se dovesse spiegare, a chi non sa nulla di auto e moto d’epoca, perché vale la pena “conservarle”, che cosa direbbe?

«Molto semplicemente spiegherei che l'Italia è sempre stata all'avanguardia nel settore motoristico non solo dal punto di vista ingegneristico, ma anche da quello delle competizioni, visto che abbiamo avuto grandi piloti. Quindi preservare auto e moto d'epoca vuol dire conservare e tramandare la storia di marchi e uomini che hanno fatto la Storia».

A proposito di passione, la sua quando è nata?

«Io, come tanti altri bambini, sono sempre stato appassionato di auto e sognavo di fare il pilota di rally. Nel 2005 ho scoperto il mondo delle gare con le auto d'epoca e ho iniziato, insieme a mia moglie, con una Giulietta Sprint del 1960. Poi, sempre con mia moglie, abbiamo partecipato con una Fulvia 1.6 HF a otto Rally Montecarlo Storico e nel 2023 alla mia prima (e non sarà l'ultima!) Dakar Classic con una Panda 4x4. Inoltre ho seguito da vicino il restauro di alcune auto e questo mi ha permesso di sfogare il mio amore per la meccanica, documentandomi sulle caratteristiche dei modelli, cercando i ricambi nei mercatini o su Internet. A proposito di conservazione di veicoli storici, voglio ricordare che CMAE collabora da anni con il CAPAC dando un supporto tecnico al corso di Operatore alla riparazione dei veicoli a motore con particolare riferimento ai veicoli d’epoca. Questo perché crediamo nei giovani e vogliamo formare la futura generazione di specialisti».

Qual è lo spirito profondo che sottende al club e nel quale i soci attuali e quelli futuri si possono identificare?

«Iscriversi a un club di auto d'epoca e certificare con ASI la propria auto o la propria moto non deve essere un mezzo per avere agevolazioni fiscali. Deve essere un obiettivo che ci si pone quando si decide di acquistare un veicolo d'epoca: ovvero la sua conservazione nella configurazione originale. Questo mi piacerebbe fosse lo spirito che accomuna tutti coloro che posseggono un’auto o una moto d'epoca e non solo i soci del CMAE».

A chi è convinto che auto e moto d’epoca siano una passione “da anziani”, cosa risponde?

«All'ultima coppa Giova-Mi, organizzata dal CMAE nell'ambito del Trofeo Giovani voluto da ASI, riservata a equipaggi sotto i 40  anni, avevamo ventiquattro auto e tre moto e l'età media era inferiore ai trent'anni! Voglio ricordare che l'auto d'epoca non è per forza un investimento oneroso, ci sono tantissimi modelli che hanno costi di manutenzione ragionevoli e che possono dare grandi soddisfazione e piacere di guida».

Ci può confidare quali sono la sua auto e la sua moto del cuore?

«Non ne ho solo una, bensì tre: un’Alfa Romeo Giulietta Spider prima serie, che è stato il mio primo restauro. La Fulvia HF 1.6 – che è la MIA auto - con cui mia moglie e io abbiamo fatto tante gare e vissuto tante emozioni. E poi la 127 Rustica, ebbene sì, una "young timer", come si dice oggi. Ne ho avuta una ai tempi dell'università e chissà perché me ne sono innamorato. Ho anche una moto nel cuore che prima o poi porterò a casa: la Honda XL 600 Paris Dakar».

Come si immagina il Club tra tre/cinque anni?

«Ci domandiamo spesso quale sarà il futuro delle auto d'epoca perché il mondo sta cambiando così velocemente e la standardizzazione ha ormai preso il sopravvento al punto che si parla di "piattaforme" su cui vengono costruite le auto anche di marchi diversi e concorrenti, per cui, francamente, non vedo la possibilità di un collezionismo come lo stiamo vivendo ancora oggi. Per questo diventa ancora più importante per il CMAE essere un punto di riferimento del motorismo storico sul territorio. Altro obiettivo importante che ci siamo posti è quello di essere un'interfaccia qualificata con le autorità comunali e regionali nella stesura di una regolamentazione alla circolazione dei nostri mezzi».