XVI Trofeo Milano: a tu per tu con le vincitrici

Emma Pisati e Caterina Leva si sono aggiudicate il prestigioso premio

di Iaia Imparato

Podio in rosa e super giovane quello dell’ultimo Trofeo Milano. A vincere il prestigioso premio, una guglia del Duomo che ora si trova nella sede del CMAE, sono state infatti Emma Pisati, pilota, e Caterina Leva, navigatrice, rispettivamente 21 e 20 anni, che hanno gareggiato a bordo di una Mini Innocenti del 1974, di proprietà della Pisati.

«È da quando sono piccola che adoro quest'auto. Già da bambina dicevo a mio papà che da grande l’avrei voluta per me», racconta Emma, «negli anni lui ha spesso pensato di venderla, ma io mi sono sempre opposta e l’ho pregato di tenerla per quando sarei cresciuta. Così è stato: appena ho compiuto 18 anni, ho preso immediatamente la patente e oggi ho la fortuna di poter gareggiare al volante di un’auto d’epoca».

Quella per le auto storiche, del resto, è una passione di famiglia, che la Pisati condivide soprattutto con il papà e il fratello. «Anche mio fratello era in gara, ma a me è andata meglio!». E viene da chiedersi per chi tifava papà. «Penso proprio che mio padre sia imparziale. Ho vinto io ed è stato felice, ma lo sarebbe stato anche se avesse vinto mio fratello». E la mamma? «Diciamo che la mamma non è appassionata come noi. Ha fatto qualche gara con papà, ma così, per condividere la passione di lui più che per suo autentico interesse».

Ma le due campionesse, che si sono conosciute proprio in questa occasione, hanno anche un’altra passione in comune, oltre a quella per le auto d’epoca: entrambe, infatti, studiano medicina. Sarà anche per questo che l’intesa, in vettura, è stata perfetta?

«È stata una fortuna aver avuto Caterina al mio fianco come navigatrice», conferma infatti Emma. «Lei aveva già utilizzato il cronometro manuale, come previsto dal regolamento del Trofeo Milano, e questo è stato di grande aiuto».  

E in effetti Caterina ricopre questo ruolo da quando è piccola: «I miei genitori sono entrambi appassionati di auto e hanno sempre gareggiato. Da quando ho sei anni li seguo e ho fatto spessissimo da navigatrice a mia mamma. È un ruolo che mi piace molto, lo ritengo importante, di grande responsabilità. Richiede preparazione, prima della gara bisogna studiare il percorso, meglio se si ha a disposizione il Road Book, bisogna preparare gli strumenti...».

Al contrario di Emma, Caterina non ha ancora gareggiato nelle vesti di pilota, anche se le piacerebbe e sta aspettando l’occasione giusta: «Prima o poi mi cimenterò anche al volante. Quando? Quando i miei genitori si decideranno a farmi guidare una delle loro auto! Per ora evidentemente non si fidano ancora, ma sono certa che presto mi faranno provare. Anche perché sanno quanto ci tengo. Questo amore per le auto d’epoca me lo hanno inculcato loro, abbiamo passato molti fine settimana tutti insieme a gareggiare. Era un modo per stare in famiglia, per trascorrere del tempo uniti, visto che durante la settimana era complicato ritrovarsi spesso insieme».

E chissà che in quella occasione, al suo fianco, non possa esserci Emma, alle prese con cronometro e mappe. «Di sicuro coinvolgerò Caterina per le gare organizzate dal CMAE giovani», assicura Emma, «ci siamo trovate molto bene insieme e abbiamo deciso, compatibilmente con i nostri impegni di studio, di riprovarci».

E fanno bene perché, come dice il proverbio, squadra che vince non si cambia!